mercoledì 14 dicembre 2016

"La luce nelle case degli altri": quando la famiglia tradizionale è anacronistica


Vi è mai capitato di innamorarvi di un autore senza aver mai letto nulla di suo?
Immagino che come esordio, possa sembrare strano, ma è proprio quello che mi è successo con Chiara Gamberale. 
Lasciatemi spiegare: la prima cosa che mi ha colpito di quest'autrice era il suo stile, tra il poetico e l'astratto, assolutamente inconfondibile.Così, da una sola e semplice citazione tratta proprio da Le luci nelle case degli altri, è nato il mio amore per lei. Ho letto Per dieci minuti l'anno scorso, durante il periodo delle feste, e l'ho considerato un libro discreto. Poi, però, è arrivato il turno di Adesso, romanzo tanto acclamato, che è stato una grandissima delusione. Questo dicembre ho deciso di dare una chance al libro che ha dato l'inizio a tutto ed è stata una rivelazione. 

 Mandorla è la bambina felice di una ragazza madre piena di fantasia. Maria, la mamma, lavora come amministratrice d'immobili e ha lo speciale dono di trasformare ogni riunione condominiale in toccanti sedute di terapia di gruppo... Quando un tristissimo giorno Maria muore cadendo dal motorino, i condomini di via Grotta Perfetta 315, quelli che più le volevano bene, scoprono da una lettera che proprio nel loro stabile la piccola Mandorla è stata concepita... ma su chi sia il padre, la lettera tace. Proprio perché con tutti Maria sapeva instaurare un legame intenso, nessun uomo tra i condomini si sente sollevato agli occhi degli altri dal sospetto di essere il padre di Mandorla. È così che verrà presa la decisione di non fare il test del DNA su Mandorla, e stabiliscono di crescere la bambina tutti assieme.



La storia di Mandorla e dei condomini di via Grotta Perfetta 315, tocca uno degli argomenti più scottanti degli ultimi anni: la famiglia tradizionale. Quel nucleo che prevede una madre, un padre, una manciata di bambini, una casa al mare, un animale domestico, partite di calcio e saggi di danza. 
La famiglia di Mandorla è assolutamente fuori dal comune: quattro madri, cinque padri e tre fratelli, tutti coloro che abitano in quel palazzo dove sua madre faceva l'amministratrice. Eppure questo non le ha impedito di crescere nel migliore dei modi, con sani principi e con tanti sogni. 



"Ricordatevi che non c'è cosa lì per lì assurda che un domani non ci sembrerà naturale aver vissuto."

Chiara Gamberale, però, fa di più: se quella di Mandorla non è una famiglia tradizionale, non lo sono nemmeno quelle che abitano i diversi piani del condominio. A partire dalla signora Tina Polidoro, insegnante in pensione, che non si è mai sposata e per cui la piccola Mandorla è molto più di una figlia. Proseguendo poi con Samuele e Caterina Grò, lui un regista alla ricerca della grande ispirazione, lei un'avvocatessa di successo: nonostante la recente nascita del piccolo Lars, la loro unione inizia a vacillare  e non sembrano più trovare punti d'accordo. 

Paolo De Santis e Michelangelo Arca, insegneranno a Mandorla il concetto di uguaglianza e tra manifestazioni e cortei le faranno conoscere un nuovo modo di vedere il mondo. Mentre Lorenzo Ferri, famoso scrittore, e Lidia Frezzani, conduttrice radiofonica, le mostreranno cosa significa amarsi, anche nelle più piccole cose. 
Infine la famiglia Barilla, che, a tutti gli effetti, rappresenta la famiglia tradizionale ( complice il nome?), anche se, alla fine, mostra di avere molti scheletri nell'armadio: dalla relazione di coppia, a Giulia, la figlia sboccata e volgare, fino Matteo, coetaneo di Mandorla. 

"Vedi Mandorla, è difficile stabilire perchè fra tutte le voci e i modi di ordinare un caffè e di baciare in cui ci imbattiamo, capita quella, capita quello che ci raggiunge proprio lì, dove fa sempre freddo. Fatto sta che allora è inevitabile: non può che rimanere."



Il vero motore di questo romanzo è, secondo me, la curiosità: chi tra tutti loro, è il padre di Mandorla? Vi assicuro che la risposta non è assolutamente scontata e quando leggerete la frase che conclude la storia, vi cadrà il mondo addosso. Quindi, se deciderete di leggerlo, resistete e non andate a sbirciare questa famosa ultima pagina: credetemi, non ve ne pentirete. 

Volete sapere qual è la famosa citazione, che mi ha fatto innamorare di Chiara Gamberale? 

"Famiglia è dove famiglia si fa."

Per me non esiste verità più bella. 
Alla prossima, 
 

5 commenti:

  1. Bentornata Adele!! Mi sono mancate le tue recensioni e con questo libro mi trovi assolutamente d'accordo, penso che sia il romanzo più maturo e completo della Gamberale, di cui mi ero innamorata leggendo Color Lucciola ��
    Mandorla è un personaggio che si fa are fin da subito, e il caleidoscopio delle sue varie famiglie è uno spaccato del mondo contemporaneo

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    1. Aww, grazie Elena! :) Assolutamente, credo che sia la sua opera più matura.

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  2. Chiara Gamberale è un'autrice che mi incuriosisce da un po'. Questo libro sembra davvero interessante, grazie per la recensione :)

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  3. Non ho mai letto niente della Gamberale, nonostante più di un amica mi abbia tessuto le lodi :) Questo romanzo mi ha sempre incuriosito, e vista l'ennesima recensione positiva penso che con l'anno nuovo ci farò un pensierino :)

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Grazie per ogni commento lasciato! Mi fa realmente piacere conoscere le vostre opinioni.

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