venerdì 4 novembre 2016

Colpa delle stelle, riflessioni sull'altro sesso e fictional boyfriends


Chi è che non conosce Colpa delle stelle? Parliamone. 
Tutti hanno visto il film, alcuni hanno letto il libro, ancora meno hanno fatto entrambe. Quasi tutti, però, si sono innamorati della triste storia di questi giovani amanti e, per quanto mi riguarda, negli ultimi anni c'è sempre stato qualcosa che mi ha spinta a ritornare a questa lettura. 
La prima volta che ho letto Colpa delle stelle, mi era stato prestato da una mia amica e non mi era piaciuto per nulla. Il motivo? Troppo romantico. 
Assurdo, non trovate? Non fraintendetemi: io sono innamorata dell'amore. In generale, credo che sia la cosa più importante, ciò per cui vale la pena vivere. Ma quando io mi riferisco all'amore, intendo quello per la famiglia, per gli amici, anche per il prossimo a me sconosciuto. Poi certo, c'è anche quello di coppia, ma non possiamo ridurlo solo a questo. 
Se da una parte sono una sorta di principessa Disney, tutta uccellini, scoiattoli e nanetti, dall'altra, però, sono anche molto realista. L'amore è bello, ma tu, Augustus Waters, non esisti. 
Quando ho letto il romanzo per la prima volta avevo l'età dei protagonisti e mentre John Green mi presentava quello che è, in poche parole, il ragazzo perfetto ( intelligente, colto, acuto, dolce, attento e con degli addominali da togliere il fiato), io mi guardavo intorno e i miei coetanei del sesso opposto si divertivano a prendersi a craniate. 
Quindi ho tralasciato lo stile impeccabile di John, la sua capacità di creare personaggi indimenticabili e la bellissima storia, e ho definito il libro mediocre. 





Le cose, però, cambiano. Perché nonostante io spesso sembri dura e cinica, in realtà sono una specie di marshmallow fatto di unicorni e glitter. E alla storie d'amore, non riesco proprio a dire di no. 



In queste ultime settimane mi trovavo in una reading slump tremenda: ho iniziato cinque libri, nessuno di questi riusciva a prendermi, quindi ho deciso di tornare alle origini. 
Ho tirato fuori dallo scaffale Colpa delle stelle e ho iniziato a leggerlo per la quinta volta
Riprendendolo in mano all'età di ventun anni, ho cominciato a riflettere su una questione molto interessante. Augustus Waters non è il ragazzo perfetto, io l'avevo dipinto così: ero talmente concentrata su tutti quegli aspetti positivi che non riuscivo a trovare in nessun altro, che ho ignorato tutti quelli negativi che John Green mi sbatteva in faccia. Augustus è megalomane, esagerato in tutto ciò che fa e anche un bel po' narcisista. Ha carisma, sicuramente, ma in certi punti diventa quasi stucchevole. Molto probabilmente anche lui si prendeva a craniate con i suoi amici o gareggiava a chi sputava più lontano, solo che questo non ci è stato detto. 
Non sopportavo Augustus Waters perchè rappresentava un ideale che non riuscivo a riscontrare nella realtà: in poche parole, rappresentava tutto quello che cercavo in un ragazzo, ma che non riuscivo a trovare da nessuna parte. 
Ma adesso, con la saggezza dei miei ventun anni, posso arrivare ad ammettere che forse, da qualche parte, un Augustus Waters c'è. Magari non si nasconde dietro a Ansel Elgort, magari non sarebbe disposto a leggere Un'imperiale afflizione, o non se ne intende di poesia, ma potrebbe essere ugualmente fantastico. 
Quindi, vale davvero la pena desiderare il fictional boyfriend?


Alla prossima,

12 commenti:

  1. Somma felicità ogni volta che la cara Adele scrive un articolo. E tanto per cambiare, anche oggi sono sulla tua stessa lunghezza d'onda: innamorata dall'amore, o meglio dell'idea dell'amore, ma estremamente cinica nei confronti di quello reale. E spesso i libri non sono di grande aiuto al riguardo, non quando il gap fra l'eroe romantico di turno e lo "sciapito" del banco accanto è così abissale. Insomma, fino a 14 anni stai lì in attesa del principe azzurro, poi di punto in bianco apri gli occhi e ti ritrovi single cronica. Che magari mi sta anche bene, però davvero ahi noi ragazze, magari un bravo ragazzo ce l'hai sotto il naso, ma come fai a vederlo, adombrato com'è dal tuo literary crush?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Oh Rosa, ci capiamo perfettamente! Io sono single e sono contenta di esserlo, in questo momento non avrei nè il tempo nè lo spazio da dedicare a qualcun altro, ma delle volte una ventenne si ferma a pensare e qualche dubbio le sorge..

      Elimina
  2. Premetto che sono una romanticona, spesso penso che nella realtà si possa avere, anzi, che sia giusto avere ciò che leggiamo nei libri o vediamo nei film, ma poi mi dico che quella è solo finzione e torno con i piedi per terra.
    Certo, in giro ci sono una marea di ragazzi tutti diversi e forse tra loro un Augustus Waters c'è. Quello con cui noi amanti dell'amore spesso non facciamo i conti, è appunto ciò che oggi, con questo articolo, hai messo in luce tu: i personaggi di cui ci innamoriamo non sono rappresentati a tutto tondo. Non conosciamo il loro passato, i loro lati negativi o positivi - dipende dal personaggio - e ci ritroviamo a pensare che quel ragazzo di cui ci racconta l'inchiostro sulla carta sia davvero ciò che desideriamo. Ma se fosse reale e lo conoscessimo davvero, ci piacerebbe?
    Per le romanticone ma realiste come noi, gli Augustus Waters esistono nei libri, più che nella realtà e ne siamo perfettamente consapevoli!
    Complimenti per il post, Adele, un ottimo spunto di riflessione ❤

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie mille Silvia! Sono davvero contenta che ti sia piaciuto e mi trovo d'accordissimo con te <3

      Elimina
  3. Adoro! Adoro! Questo post era fenomenale! Bravissima! Batto mani e piedi in tuo onore! Mi hai fatta ridere, emozionarmi e riflettere! Io sono una di quelle che ha letto il libro e ha visto il film, il tutto alla veneranda età di 27 anni (l'avevo letto un annetto fa). Quindi praticamente ero un dinosauro che prendeva in mano un ciuccio, anagraficamente parlando. Comunque a me era piaciuto, anche se come te riscontravo un certo distacco dalla realtà. Il problema secondo me non è che Augustus sia perfetto, anzi, ha anche una leggerissima predisposizione allo stalking (vogliamo ricordare il momento in cui ha deciso che la tattica migliore per abbordare Hazel Grace fosse quella di fissarla insistentemente tipo film in pausa?), oltre al fatto, come giustamente dicevi tu, di essere un peletto megalomane. Il vero problema del suo personaggio (sempre secondo me) è la totale, incondizionata dedizione che lui ha nei confronti di Hazel. Lui esiste solo ed esclusivamente in funzione di lei, è pronto a sacrificarsi in ogni modo (non dico quali per non fare troppi spoiler). Io sono giunta alla conclusione che in questo tipo di storie ci venga presentato il principe azzurro 2.0, un principe azzurro svestito di fronzoli, cappe e castelli ma a cui hanno lasciato il nocciolo duro, ovvero quella dedizione totale all'oggetto del loro amore, per cui farebbero tutto, ma proprio tutto. Secondo me questo livello di abnegazione non esiste nella realtà. Detto questo, viva le utopie e viva i marshmallow! :D Un bacione fanciulla, e complimentoni ancora!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Oh mamma, mi hai aperto un mondo! Grazie mille, non avevo mai guardato la cosa da questo punto di vista. Anche adesso sto leggendo uno YA e qualcosa non mi quadrava, poi ho letto il tuo commento e mi si è illuminata la lampadina. Si sono conosciuti da tre giorni e già lui è pronto a "morire" per lei! Purtroppo quando le protagoniste sono femminili, ci vengono sempre presentati ragazzi totalmente devoti, pensando che questo è ciò che noi chiediamo. Ma, ad esempio, io non lo voglio, io voglio qualcuno che mi stia anche un po' lontano che ho le mie cose da fare :') Ci sarebbe un altro post da scrivere a riguardo! <3

      Elimina
  4. Che bello poterti leggere di nuovo Adele! Sai, non ho mai pensato a quel lato dei personaggi che non viene mostrato dagli autori... Io ho trovato il mio "Augustus Waters" qualche mese fa e non ho mai pensato, neanche per un attimo, di paragonarlo ai miei book boyfriends o in generale ai personaggi maschili di carta di cui ho letto perchè sarebbe assurdo e irrealistico. Certo, spesso ci capita di dire "ah quanto vorrei che X esistesse davvero!", ma in realtà quello che stiamo desiderando è essere importanti per qualcuno. Vale la pena desiderare il fictional boyfriend? Non lo so, se ci fa star bene perchè no? La cosa importante è rimanere consapevoli che la perfezione non esiste e che di quei personaggi che ci vengono presentati come perfetti in realtà viene mostrata solo la punta dell'iceberg.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Assolutamente d'accordo con te, Chiara! Vale la pena desiderare il fictional boyfriend fin quando ci si ricorda che è, appunto, FICTIONAL. Sognare non fa mai male, ma è importante distinguere il sogno dalla realtà. ;)

      Elimina
  5. Questo post è fantastico! Concordo in pieno su tutto.
    Nella maggior parte degli YA che ho letto ho trovato questa tendenza a presentare il ragazzo come il principe azzurro perfetto, in tutto e per tutto.. Quando nella realtà la perfezione non esiste assolutamente! Sembra esistano solo in funzione della protagonista femminile, è una cosa ridicola. E secondo me tende anche a creare un'idea e un'aspettativa sbagliata di quello che può essere un'amore tra due adolescenti. Ok sognare il principe azzurro, ma senza dimenticarsi che è la realtà è un'altra.

    RispondiElimina
  6. Post davvero interessante! Mi sa che devo dare una rilettura al libro, perché ora come ora ricordo la storia e i personaggi sì, ma non in maniera approfondita.

    RispondiElimina

Grazie per ogni commento lasciato! Mi fa realmente piacere conoscere le vostre opinioni.

Archivio blog

Cerca nel blog

The Book Lawyer © 2015-2020 by Adele Regina Di Girolamo. Powered by Blogger.