sabato 14 novembre 2015

Parigi e sentirsi inadeguati a vent'anni

Qualche mese fa mi è stato chiesto dall'impiegata della mia banca quanti anni avessi. Le ho risposto che avevo compiuto vent'anni a giugno e lei, sospirando, mi ha detto: “Ah, voi ventenni: avete il mondo ai vostri piedi ”. Questa frase mi è rimasta impressa e, ora più che mai, mi fa enormemente male. È vero, ho vent'anni, sono giovane, ma proprio io che dovrei essere coraggiosa e combattere contro tutto e tutti, in questo momento mi sento così impotente.


Ho sempre messo i bisogni degli altri davanti ai miei: mi piace aiutare le persone, sono fatta così. Anche se cerco di mascherarlo con uno spesso strato di sarcasmo e ironia, sono fondamentalmente buona e molto gentile. Un conto, però, è passare gli appunti ad un compagno di università, fare volontariato e offrirsi sempre per dare una mano, un altro è dover affrontare tragedie di questo genere. Cosa posso fare io, chiusa in una camera con le pareti blu, in una Brianza immersa nella nebbia? Cosa possiamo fare noi, ventenni distribuiti su tutto il globo, ognuno incasinato in modo diverso, ma tutti desiderosi di aiutare?
Certo, potremmo esprimere la nostra indignazione su Twitter, scrivendo brevi messaggi tutti in maiuscolo. Potremmo condividere post di cordoglio oppure perderci in discussioni su Facebook, litigando con chi dà la colpa ai politici, chi ad Obama, chi al surriscaldamento globale. Oppure, potremmo rimandare il post che avevamo previsto per oggi e pubblicarne un altro, in cui dimostriamo a tutti quanto ci sentiamo inadeguati e impotenti. 
Tutto questo, però, non è abbastanza. Perché non riporterà indietro le vittime alle loro famiglie e perché non risolverà il problema.


È brutto quando hai vent'anni e tutto ciò che puoi fare è realizzare che non hai il mondo ai tuoi piedi.  

12 commenti:

  1. Io ho solo 18 anni, ma ho paura.
    Ho paura di quello che succederà, ho paura che nessuno riuscirà più a combattere per le cose davvero importanti perché si pensa che qualcun altro lo farà per noi.
    Voglio provarci però, voglio essere forte e lottare per il mio futuro.

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    1. Ciao Silvia! Ti capisco, davvero. Penso che ognuno di voglia combattere queste ingiustizie e impegnarsi per vivere in un mondo migliore. Purtroppo, però, in casi come questo, la tragedia è talmente tremenda, che non sai proprio cosa fare. Almeno, io non lo so.

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  2. Capisco ciò che vuoi dire. Eppure possiamo. Io credo che possiamo combattere contro le ideologie attraverso le idee. Quando usciamo dalla porta di casa non dobbiamo trasmettere paura. E' giusto provarla, la paura è umana. Ma piccoli e grandi atti si possono compiere ed esprimere anche provando paura e sentendosi impotenti.
    Io, stranamente, non sento paura alcuna. Uscirò e andrò dove meglio credo, farò quello che meglio credo, agirò e penserò senza odio. Al momento è una cosa che tutti possiamo fare.

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    1. Sono contenta di vedere un pensiero ottimista: è il primo che leggo in tutta la giornata. Ci terrei a sottolineare il " pensare senza odio". L'odio non si può combattere con altro odio.
      Forse un modo c'è, forse facendo piccoli passi potremmo farcela, ma per ora quella meta mi sembra lontanissima.

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    2. Ora sembrerò la saggia della montagna che parla, ma... ogni meta sembra sempre lontanissima.
      Credo che sia giusto abbattersi un poco ma non è il momento di fermarsi. Quindi fatti forza :)

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    3. Già oggi sono molto più positiva! Sai, è facile buttarsi giù al momento, ma, come dici tu, anche dei piccoli passi riusciranno a cambiare le cose :)

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  3. Ciao! Questo è il solo post che commento, ho preferito astenermi, ma ritrovo nelle tue parole molta solidarietà, voglia di capire che posto noi giovani possiamo avere nel mondo. Non aprirò nessun dibattito politico, non mi sembra questo il luogo, però voglio dire che è sempre bello vedere che nelle nostre generazioni c'è anche chi non si fa trascinare da pensieri di odio assurdi, razzisti e pieni di pregiudizi, incolpando una religione che fondamentalmente non ha nulla a che vedere con ciò che sta succedendo. Anch'io sono assolutamente senza odio e pregiudizi, da incolpare ci sono solo chi ormai sappiamo benissimo.
    Leggo tanti stati anche di paura, ma non sarò così, non mi farò condizionare e proprio come Amelia ha scritto anch'io andrò dove voglio, senza timori, perché nessuno può toglierci la libertà che ora abbiamo, e sicuramente non mi farò condizionare da pensieri politici e giornali che neanche sanno di cosa parlano. Si fomenta l'odio verso un'etnia, etnia che per prima è sotto tiro.
    Potremmo fare anche molto in questo mondo, purtroppo nulla si smuove. Noi dobbiamo essere ottimisti, andare avanti e nel nostro piccolo qualcosa possiamo sempre fare =)

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    1. Ciao Jessica! :) Hai ragione, sono rimasta scioccata dalla quantità di post su Facebook non solo di rabbia, ma di vero e proprio odio. Capisco che l'impatto iniziale possa essere doloroso e che la notizia abbia sconvolto così tanto da annebbiare la ragione, ma tutto questo rancore non porterà a nulla. Non dico che bisogna dimenticare, questo mai, ma combattere con le stesse armi non ha senso.
      A distanza di un giorno, posso dire di essere molto più ottimista: abbiamo vent'anni, è vero, ma siamo una generazione intera. E come dice Amelia, non c'è arma più duratura e forte delle idee. :)

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  4. Mi ritrovo davvero nelle tue parole. Veramente. Solo oggi stavo prendendo accordi per la tesi quando di colpo mi è balzato alla mente un pensiero: "Ma a cosa servirà?". Sono rimasta così sconvolta che la mia reazione è stata buttarmi a capofitto sul mio progetto con la mia relatrice. E non ho la minima intenzione di fermarmi. Non ha senso arrenderci, né tantomeno odiare. Perché ciò che fa davvero paura è l'odio.

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    1. Hai completamente ragione. Ti rispondo con una citazione che mi aveva fatto conoscere la mia prof del liceo di letteratura e che ha riproposto su Facebook riferendosi a tutto ciò che è accaduto "L'inferno dei viventi non è qualcosa che sarà; se ce n'è uno, è quello che è già qui, l'inferno che abitiamo tutti i giorni, che formiamo stando insieme. Due modi ci sono per non soffrirne. Il primo riesce facile a molti: accettare l'inferno e diventarne parte fino al punto di non vederlo più. Il secondo è rischioso ed esige attenzione e apprendimento continui: cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all'inferno, non è inferno, e farlo durare, e dargli spazio.” ( Italo Calvino, Le città invisibili). Personalmente, non credo che nulla possa rappresentare al meglio il mio pensiero in questo momento :)

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    2. Sono d'accordissimo. Fidanzato nella notte di venerdì ha detto una cosa sensata: "Forse quando ci invaderanno gli alieni, che saranno davvero diversi da noi, capiremo che ammazzarci a vicenda è un'autodistruzione lenta". Mi è rimasta così impressa questa frase - e la sua faccia: non me le dimenticherò mai. Se penso che vorremmo iniziare una famiglia in un mondo del genere... mi scappa la voglia, davvero.

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    3. Condivido in pieno il pensiero di Fidanzato!
      Lo capisco, non riesci a concepire il futuro che avrai tu, figurati i tuoi possibili figli..

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Grazie per ogni commento lasciato! Mi fa realmente piacere conoscere le vostre opinioni.

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